BITEST (PAPPA e free beta HCG - I trimestre gravidanza)
Bi test (Test di screening nel I trimestre per anomalie cromosomiche)
I test di screening per la determinazione delle cromosomopatie sono indagini ecografiche – biochimiche in grado di fornire utili informazioni su possibili alterazioni del patrimonio genetico; nel caso specifico il bitest fornisce informazioni relative alla trisomia 21, trisomia 13 e trisomia 18.
Questo test può essere effettuato tra la 11a e la 13a settimana compiuta di gravidanza e consiste nel dosaggio di due proteine (Free Beta-HCG e PAPP-A) a partire da un semplice prelievo di sangue; questi valori, insieme ad un parametro ecografico (la cosiddetta translucenza nucale) vengono confrontati con quelli delle cosiddette “mediane di riferimento”. Il risultato è un indice di rischio espresso come percentuale o frazione (ad esempio 1/1.500): quando questo valore è inferiore rispetto al valore soglia , cioè inferiore a 1/250, l’esame viene considerato negativo. Valori superiori al valore soglia sono invece considerati positivi e suggeriscono il ricorso alla diagnostica invasiva, cioè alla villocentesi, eseguibile già nel I trimestre, o all’amniocentesi. Questo test consente di identificare l’85% dei feti affetti da cromosomopatia con il 5% di falsi positivi (campioni cioè che vengono individuati come patologici ma in realtà non lo sono).
Cariotipo
CARIOTIPO DA SANGUE PERIFERICO
Le Patologie Cromosomiche presentano un’incidenza pari a 1/600 nati e costituiscono una delle principali cause di mortalità neonatale e di handicaps congeniti. Nella maggior parte dei casi si tratta di anomalie casuali e cioè non ereditarie.
Il cariotipo umano è caratterizzato da 46 cromosomi che presentano una specifica struttura.
L’indagine citogenetica su sangue periferico (post-natale) ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie cromosomiche numeriche e/o strutturali costituzionali che si osservano nel:
- 50% degli aborti spontanei
- 10-40% dei feti malformati e/o con ritardo di crescita
- 5-10% dei nati morti o delle morti perinatali
- 0.8% dei neonati con difetti congeniti gravi12-33% dei soggetti con ritardo mentale
- 5% dei maschi infertili
- 15% dei maschi con azoospermia
- 9% dellecon amenorrea primaria o menopausa precoce
- 4-5 % delle coppie con poliabortività o infertilità.
Le anomalie di numero dei cromosomi sono determinate dalla presenza di un cromosoma soprannumerario (trisomia) o dalla perdita di un cromosoma (monosomia) e si associano spesso a sindromi o quadri clinici caratteristici.
Le anomalie di struttura dei cromosomi (ad es. traslocazioni, inversioni, delezioni, duplicazioni, ecc.) possono essere:
- Bilanciate
- Sbilanciate in cui si osserva aggiunta o una perdita di tratti cromosomici, associate con differenti quadri clinici patologici.
Lo studio del cariotipo su sangue periferico viene eseguito frequentemente come controllo preconcezionale o per infertilità di coppia. In tali casi:
- l’osservazione di un cariotipo anomalo consente alla coppia di prendere una informata scelta riproduttivadi attuare la prevenzione di patologie cromosomiche mediante la diagnosi prenatale.
- l’osservazione di cariotipo normale di coppia permette di valutare che il rischio di avere nella progenie una patologia cromosomica casuale è, pari a quello della popolazione generale ( 0.6%). Il rischio di patologie cromosomiche casuali però aumenta esponenzialmente con l’aumentare dell’età materna.
Metodica di analisi :
- Allestimento delle colture di linfociti con aggiunta di PhitoEmoAgglutinina (PHA);
- Blocco delle metafasi con colchicina ( inibitore delle fibre del fuso mitotico);
- Trattamento ipotonico e fissativo per la risoluzione delle metafasi ( unica tappa della divisione cellulare in cui sono visibili i cromosomi)
- Colorazione differenziale dei cromosomi mediante bandeggio di routine GTG o QFQ (con una risoluzione non inferiore alle 320 bande);
- Osservazione al microscopio di un numero di metafasi superiore a 15 e cariotipizzazione di almeno 2 metafasil’ausilio di analizzatore d’immagine.
Per l’analisi del cariotipo vengono seguite le Linee Guida SIGU Società Italiana di Genetica Umana (Consensus Diagnostica Citogenetica 1995 e successivi aggiornamenti).
Limiti dell’analisi:
L’esame citogenetico non permette la risoluzione di piccole alterazioni di struttura (quali: traslocazioni criptiche, microdelezioni, ecc.), per la diagnosi delle quali è necessario eseguire altre metodiche citogenetiche o molecolari specifiche.
L’esame citogenetico non permette la diagnosi di specifiche malattie genetiche (a modalità di trasmissione autosomica dominante, recessiva, o X-linker, mitocondriale ) per la diagnosi delle quali è necessario applicare differenti metodiche molecolari, metaboliche, ecc., specifiche per ciascun tipo di malattia.